Le catastrofi del 21 dicembre 1815 e del 26 dicembre 1883

Nella notte del 21 dicembre 1895 una terribile catastrofe portò il lutto nell’intera cittadinanza: crollò dalle fondamenta la casa del contadino Domenico Battista alias Zampacorta, e l’altra degli eredi del fu Agostino Battista, situate in Via San Pietro, contigue l’una all’altra. Sotto le rovine di tre piani vi restavano sepolti 22 individui. Subito accorse tutta la popolazione e dando aiuto agli infelici con vero amore fraterno e carità cristiana, si arrivò a salvare il maggior numero di essi, e furono trovate morte solo 6 persone.
Un’altra non meno orribile catastrofe avvenne il mattino del 26 dicembre 1883. E’ narrata dall’arciprete del tempo, D. Francesco Montalbò. Riportiamo le sue parole:
“Giuseppe Di Ponte fu Domenico e Maddalena Ramundo di anni 56, Filomena Antonecchia fu Salvatore e Giuseppa Di Ponte di anni 21, Maria Amalia Antonecchia di Domenicantonio e Mariantonia Morcone di anni 10, Cristina Antonecchia di Domenicantonio e Maria Antonia Morcone di anni 7 morivano sotto le rovine delle proprie case al mattino del giorno 26 Dicembre 1883. Terribile catastrofe! Al secondo tocco della campana che annunciava il mattino seguente al Natale, con un solo tonfo caddero tre piani di due case a Via S. Pietro. Fu udito un rumore spaventoso, poi le grida strazianti dei vicini e degl’infelici che chiamavano il soccorso. Tutto il popolo commosso corse in aiuto. Molti infelici si salvarono, ma non fu possibile salvare le quattro vittime dalla rovina. Malgrado l’ attività e l’influenza potentissima del sindaco Orazio Montalbò e dell’arciprete, malgrado l’opera di tutto il popolo che si davano alacremente a scavare, le quattro vittime, sopra segnate, dopo quattro ore di sollecito ed opportuno lavoro, furono trovate senza vita nel fondo delle case rovinate”.