Chiesa di San Salvatore

Chiesa S. SalvatoreÈ antichissima, non se ne conosce la fondazione; la porta maggiore e la porta laterale la dicono romanica. Della chiesa primitiva, forse situata nello stesso sito, non rimane quasi nulla all’infuori dei pezzi che formano le due porte. Il terremoto del 1456 o quello anche più terribile del 1348 forse l’abbatterono.Risulta l’esistenza sicura di una Chiesa Madre sotto il titolo di S. Salvatore solamente dal 1690, molto probabilmente nel sito dove si trova quella attuale. Per antichità fu abbattuta nel 1761 e, dopo 23 anni di continuo lavoro, il 21 Marzo 1784 fu benedetta dall’Arciprete Sbarra. Ebbe però un peccato di origine: il vano bellissimo, slanciato, con decori barocchi, era troppo largo e, nonostante le mura avessero alle fondamenta uno spessore di m. 2.10, la volta presentò segni di debolezza ed anche senza i danni causati dai successivi terremoti, avrebbe avuto poca consistenza. L’orrendo terremoto del 26 luglio 1805 di nuovo la rovinò, e per ben 13 anni rimase abbandonata.
Nel 1819 con ingenti sacrifici sopportati dalla intera popolazione, e grazie alla cura e vigilanza del Sindaco Nicolangelo Antonecchia e dell’arciprete D. Pasquale, suo fratello, fu ripreso il restauro e, il 3 Aprile 1821, resa adatta ai divini uffici, fu benedetta dallo stesso arciprete, previa licenza del Vescovo di Triventi Mons. Berardino D’Avolio dell’Ordine dei Cappuccini, e con sommo giubilo e lieti applausi dell’intera popolazione. Ma purtroppo, e per la sproporzionata ampiezza del vano, e per la cattiva costruzione, la povera chiesa nel 1845 venne chiusa al culto. Rinnovata la volta ed il tetto fu riaperta e benedetta il 23 marzo 1851.
Nel 1886 si procedette ad ampi restauri del tetto e del campanile ma la cupola del campanile, malamente costruita, cadde dopo pochi anni. La Chiesa sarebbe potuta resistere nel tempo, ma il terremoto del 19 Febbraio 1907 fece cadere una parte della volta e provocò lesioni alle mura. Dopo essere rimasta chiusa al culto per parecchi anni, fu riaperta in seguito alla messa a posto di quattro solide catene di ferro, che rafforzano le mura e la volta.
Sull’altare maggiore c’era un quadro copia di parte della Trasfigurazione del Sommo Raffaello (oggi conservato nella Chiesa di S. Maria del Giardino). Vi è pure una bella statua della Immacolata del Citarelli o del Di Zinno. Preziosa e antichissima è l’acquasantiera della primitiva chiesa quattrocentesca che porta nel cavo il divino pellicano. Si può ammirare anche un ricco e grande trono in cui è la Madonna. del Carmine.
La campana, della chiesa si ruppe poco dopo il 1900 e fu subito rifusa dalla Ditta Marinelli di Agnone, con la spesa di circa lire 2000 offerte dal popolo. La fusione ebbe luogo nella Chiesa di S. Rocco, e la campana pesò dieci quintali e mezzo.
Il seppellimento dei cadaveri nei tempi antichi avveniva in tutte le chiese, meno in quella di S. Rocco, ma tale usanza fu abolita con legge dell’11 Marzo 1817. A Casalciprano la legge non fu attuata subito, e soltanto nel 1857 fu completata la costruzione del Cimitero. Il primo cadavere seppellito il l0 aprile dello stesso anno fu quello di Nicolangelo Ruta, di Nunzio e Rosalia Cimaglia, di mesi due.
I sacerdoti continuarono a seppellirsi nell’apposita cripta esistente nella Chiesa Parrocchiale e, l’ultimo sacerdote lì deposto, fu D. Michelangelo Fonte, morto nel 1873. Nel Dicembre 1929, per interessamento dei Padri Missionari fu stata innalzata nel Cimitero una grande e bella Croce di ferro, acquistata con l’obolo dei fedeli.
Casalciprano non aveva mai avuto un pubblico orologio, neppure nei tempi più remoti. Soltanto nel 1924 sorse un comitato per soddisfare il desiderio vivissimo del popolo di avere un orologio.
Questo, fornito Dalla Ditta Curci di Napoli, fu impiantato sul culmine della facciata principale della Chiesa Madre. Fu inaugurato il 25 Giugno 1925 e benedetto dall’arciprete.