Palazzo Chinno

palazzo chinno 3Il palazzo, che risale probabilmente al primo Ottocento, è oggi proprietà della famiglia Mainella in quanto Giuseppe Chinno, figlio di Acate Chinno – primo proprietario –, e da sua moglie Carlotta Montalbò, nacque Filomena Chinno che sposò Giuseppe Mainella, membro di una famiglia dedita agli studi giuridici fino ad Antonio Mainella, attuale possessore del palazzo insieme alla sorella Leda.
Recita un’iscrizione dipinta al di sopra della porta di accesso al salone di palazzo Chinno: “La presenta abitazione è stata costruita ed abbellita a spese di Giuseppe Antonecchia e donata al suo affezionato Acate Chinno, 1882”.
Il fatto curioso è che il cognome Chinno nacque da un geniale espediente di Giuseppe Antonecchia; l’Antonecchia, infatti, non potendo dare il proprio cognome ad un figlio del quale riconosceva la paternità, adottò lo stratagemma di coniare per lui nome e cognome, Acate Chinno, con le lettere anagrammate del cognome Antonecchia.
A caratterizzare la casa, gli affreschi dei soffitti che hanno volte a “carrozza”; non si conosce il nome dell’autore degli affreschi, ma si racconta in famiglia che due dei tre busti marmorei riportati a trompe-l’oeil sul cornicione del soffitto del salone rappresentino le fattezze dei pittori; il bel soffitto che contiene una scena centrale mitologica è variegato di fasce ornamentali che ingegnose si intersecano in una intensa ed armoniosa coloritura.
Non molta parte dell’arredamento è stata lasciata nel palazzo. Nel salone di ottima e signorile misura, pavimentato a rombi di cotto, restano specchiere dorate a oro zecchino, qualche mobile, ritratti. La camera da letto nuziale di Giuseppe Chinno e Carlotta Montalbò è invece serbata intatta; il letto è movimentato da puttini di bronzo di buona fattura napoletana e le iniziali dei due coniugi “CGC” si intrecciano sulle testiere.